“Con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”. C’è una frase in quella ‘A muso duro’ di Pierangelo Bertoli che fa saltare in mente la storia della nuova BMW Z4. Calma, calma, aspettate un momento prima di gridare all’oltraggio. Per chi non lo sapesse, la ‘Z’ che da un trentennio indica le spider della marca monacense sta per “Zukunft”, che in tedesco significa “futuro”.

Tuttavia, per progettare la spider del domani – la nuova Z4, appunto – i tecnici bavaresi hanno guardato al passato del modello, ripristinando l’affascinantetettuccio in tela (si apre elettricamente in circa 10 secondi e fino a una velocità di marcia di 50 km/h) che era andato perso con la generazione precedente dell’auto. Una decisione astuta: scende il peso complessivo e si abbassa il baricentro, a tutto vantaggio di efficienza e guidabilità.

Ma non è solo per questo che l’ultima delle roadster teutoniche sembra omaggiare il cantautore emiliano: il design della Z4, infatti, è proiettato al domani ma non perde di vista gli architravi estetici che hanno fatto la storia di BMW e della vettura: dalla calandra doppio rene al motivo dei gruppi ottici, passando per la “ricetta perfetta” del cofano lungo abbinato all’abitacolo rastremato verso il retrotreno.

Discorso analogo per la meccanica, che non si discosta dall’aurea alchimia fra motore anteriore e trazione posteriore, che porta in dote una distribuzione dei pesi 50:50 fra gli assi. Una soluzione che, oltre a garantire un innato equilibrio dinamico, ha convinto 315 mila clienti che hanno scelto le precedenti edizioni della Z4. Va detto, però, che la nuova generazione, oltre a essere più sportiva, è anche più imponente: 4,32 metri in lunghezza (+8,5 cm) e con carreggiate lievitate di 9,8 cm all’anteriore e 5,7 cm al posteriore. Si riducono il passo (da 2,496 mm a 2,470) e come detto il pesocomplessivo (inferiore di 65 kg e pari a 1.610 kg in ordine di marcia per la M40i).

Al volante della versione M40i col 6 cilindri in linea turbo da 340 Cv di potenza, piace la posizione di guida (si sta seduti in basso, con sedile e piantone dello sterzo multiregolabili) e la fattura dell’abitacolo, dove spicca la strumentazione digitale e il grande pannello dell’infotainment, posto all’apice della plancia. La M40i è la variante più sportiva della nuova Z4, come testimoniano l’impianto frenante potenziato, le sospensioni adattive e il differenziale posteriore autobloccante.

In marcia, il propulsore convince per sonorità e linearità: la progressione è entusiasmante grazie, soprattutto, ai 500 Nm di coppia motrice, che consentono di archiviare lo 0-100 km/h in 4,5 secondi. La Z4 tira sempre, a ogni regime e senza strappi, anche grazie al fluido e veloce cambio automatico ZF a 8 marce, un gioiello della meccanica. Lodi pure per il sistema frenante, potente, modulabile e costante nelle performance anche nell’uso in pista. Per il resto questa spider è un mix di agilità e stabilità, che forse meriterebbe uno sterzo, già di per sé preciso, ancora più pronto.

Sensazioni velocistiche che si ritrovano, seppur in forma attenuata, anche sulle versioni a quattro cilindri, meno esuberanti ma più parche; e forse anche più in linea con le strade di tutti i giorni. ‘Acerbus’ in fundo, i prezzi: il listino parte dai 43.800 euro della sDrive 20i, con motore 2 litri turbo da 197 Cv con cambio manuale, passando ai 53.800 della versione da 258 Cv con cambio automatico. Al vertice la Z4 a 6 cilindri da 340 Cv, la M40i: in questo caso il conto arriva a 66.800 euro.

Fonte: https://bit.ly/2O7kj0H